Il cuore traditore di Razor

Il cuore traditore di Razor

L’Alleanza, volume 2

La Terra è precipitata nel caos con l’arrivo dei Trivator e l’Alleanza ne ha piene le tasche della violenta isteria dei terrestri. Razor è stato mandato a portare l’ordine… con qualunque mezzo. Quando una guerriera gli salva la vita e svanisce, Razor si ritrova combattuto fra il dovere e una cosa con cui ha scarsa familiarità: il suo cuore.

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Abbiamo mandato dei messaggi nello spazio per scoprire se ci fosse qualcuno in ascolto. Poi, sei anni fa, i Trivator sono arrivati sulla Terra. Volevano portare la Terra all’interno dell’Alleanza dei Sistemi Stellari, ma nel mondo scoppiò un tale panico di fronte a quella visita inaspettata che i Trivator furono costretti ad assumere il controllo. Le cose non vanno bene.

Razor è un Alto Cancelliere dell’Alleanza, mandato a portare finalmente ordine sulla Terra… con qualunque mezzo. Chicago, una città lacerata fra due fazioni, è un obiettivo estremamente importante per sedare il caos ed è a Chicago che una guerriera salva la vita di Razor per poi svanire.

Kali ha dedicato la propria vita alla causa di suo fratello. Dopotutto, Destin è l’unico ad avere davvero a cuore l’interesse di Chicago. Colbert desidera solo il potere ed è diventato un nemico potente. Ma non è sempre stato così. Un tempo, lui era una persona di cui loro si fidavano al di sopra di tutte le altre, ma quel tempo è passato e ora Kali è disposta a fare qualunque cosa per portare la pace alla sua gente, anche se ciò significa affrontare i giganteschi guerrieri alieni che hanno ficcato il naso negli affari terrestri sei anni prima e che non se ne sono mai andati. Tuttavia, una notte Kali vede una persona che morirà se lei non agisce e, nel bel mezzo del salvataggio, scopre che si tratta di un Trivator!

Razor non ha mai fallito una missione e la sua reputazione di spietatezza è fondata, ma per la prima volta in vita sua, si ritrova lacerato fra il dovere e una cosa che non gli era familiare: il cuore.

L’autrice di fama internazionale S.E. Smith presenta una nuova storia carica di azione e piena di amore e avventura. Traboccante del suo classico stile a base di umorismo, paesaggi vividi e personaggi da amare, questo libro diventerà certamente un altro dei preferiti dai suoi fan!

Teaser/Excerpt:

Sollevando le gambe, Kali trovò un buon appiglio e afferrò lo schienale del sedile dell’alieno. Il movimento la portò a cavalcioni delle gambe del maschio, con la fronte premuta fermamente contro quella di lui. Sapeva che l’alieno si sarebbe incazzato per quello che stava per fare, ma non c’era tempo per facilitare il compito che l’attendeva. Non appena lui le lasciò la mano, lei afferrò la scheggia metallica nella sua gamba e la estrasse il più velocemente possibile.

“Mi dispiace,” mormorò, fissandolo negli occhi. “Mi dispiace tanto.”

Fece cadere la lama metallica, lasciando che attraversasse il vetro infranto fino al suolo. Cambiando posizione, infilò una mano nella tasca posteriore ed estrasse la bandana che utilizzava ogni tanto per fermarsi i capelli. Una volta piegata in diagonale per avvolgerla attorno alla gamba dell’alieno, risultò troppo piccola.

Detestava dovergli fare del male, ma l’istinto le diceva che stavano per esaurire il tempo, se volevano uscire vivi da quella situazione. Aveva bisogno che l’alieno fosse in grado di muoversi e questi non avrebbe potuto farlo con una gamba trafitta da una scheggia metallica. Kali sollevò lo sguardo mentre finiva di allacciare il pezzo di tessuto.

L’alieno aveva la testa premuta contro il sedile; impresa non da poco, considerato che era appeso a qualche cinghia. Il suo viso era pallido e le sue labbra erano serrate così fortemente da essere quasi bianche. I suoi occhi avevano assunto una sfumatura di oro molto scuro. Fu lo sguardo di dolore, rabbia e fatica che brillava in essi a strattonare il cuore empatico di Kali. Lei conosceva fin troppo bene quei sentimenti.

Allungò una mano e sfiorò una guancia dell’alieno prima di premere delicatamente le labbra contro quelle di lui. In quel momento, era l’unica cosa che le fosse venuta in mente per dargli conforto. Appoggiata nuovamente la fronte alla sua, abbassò le mani e afferrò la fibbia che teneva insieme le cinghie.

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