Sfidare Saber

Sfidare Saber

L’Alleanza, volume 4

Viaggiate fino a un mondo alieno e senza legge e scoprite cosa accade quando un guerriero trivator ferito lotta per proteggere l’umana di cui è innamorato.

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Per risvegliare la belva dentro di lui…

Saber teme che non si riprenderà mai dalla ferita debilitante che ha subito e, se non è in grado di proteggere la sua Amate, sa di non meritarla. Lei dovrebbe scegliere un guerriero, non un invalido che avrà costantemente bisogno del suo aiuto, per cui Saber fa tutto ciò che è in suo potere per allontanare da sé la delicata umana di cui è innamorato.

Taylor Sampson sarà anche umana, ma questo non la rende debole. Lei e le sue sorelle sono sopravvissute per quattro anni nelle strade violente della Terra dopo il primo contatto con l’Alleanza. Allora, lei era un’adolescente, ma ora è cresciuta e ha preso di mira il trivator che le ha rubato il cuore sette anni fa.

Taylor deve completare un ultimo compito su un altro pianeta per terminare gli studi. Una volta finito, ha intenzione di dimostrare a Saber che è lui l’uomo che vuole, con tutta la sua cocciutaggine, ma allo scoppio di una guerra civile si ritrova intrappolata dietro le linee nemiche. Non ci vuole molto perché Saber scopra che Taylor è rimasta indietro e all’improvviso nella sua vita non c’è più spazio per la pietà, né per se stesso né per chiunque si frapponga sulla sua strada.

L’autrice di fama internazionale S.E. Smith presenta una nuova storia di azione, piena di avventure e di amore. Stracolmo, come di consueto, del caratteristico umorismo dell’autrice, di paesaggi vividi e di personaggi adorabili!

Teaser/Excerpt:

Sette anni prima – Terra:

“Hunter, ti giuro che se quella creatura mi morde, mi colpisce o cerca di scappare un’altra volta, io la metto in gabbia!” ringhiò Saber diverse ore dopo, mentre fissava la femmina minuta in piedi alle spalle del suo amico. “E tu, piccola…!”

“Saber,” disse Hunter, facendo una smorfia nel guardare l’espressione omicida del suo amico. “È una femmina indifesa.”

Saber vedeva quello che Hunter non riusciva a vedere. Le sue mani si serrarono a pugno quando l’umana gli mostrò la lingua prima di rivolgergli un sorrisetto soddisfatto. Non gli importava che fosse sotto la protezione di Hunter. Saber stava per buttarsela in spalla e insegnarle il rispetto a suon di spavento.

Si massaggiò il polso. Era sicuro che l’umana gli avesse cavato del sangue, questa volta. Si chiese se non avrebbe dovuto insistere perché il guaritore la esaminasse in cerca di malattie, invece di credere al medico a bordo del trasporto quando questi aveva detto che, malnutrizione a parte, l’umana più giovane sembrava godere di buona salute.

“Lo giuro, Hunter,” fece per dire nuovamente Saber prima di serrare le labbra. “Vai a vedere come stanno le altre femmine. La terrò d’occhio io,” disse invece con un sospiro stanco.

“Sei sicuro? Potrei vedere se un altro guerriero…” propose Hunter prima di rivolgere a Saber una strana occhiata quando al suo amico sfuggì un ringhio.

“Ma ha ringhiato?” chiese sbalordita la giovane femmina. “Cosa siete voialtri? Sembrava il ruggito di una tigre. Ne ho sentita una fare un verso simile allo zoo. Non è che bisogna metterlo in gabbia? Non si sta inferocendo, vero? Argh! L’ho morso. Non è rabbioso, vero? Forse bisognerebbe metterlo in quarantena. La mia vicina lo aveva fatto con un gatto randagio che aveva trovato nel bosco vicino a casa nostra. Avete quelle grosse gabbie per gli animali?”

“Taylor,” ammonì Hunter, osservando il viso arrossato di Saber. “Saber sta benissimo. È sotto controllo. Vero, Saber?”

“Oh, sono assolutamente sotto controllo,” disse Saber con un sorriso serrato e dai denti affilati. “Lascia a me la piccola umana.”

“Grazie,” disse Hunter con un sorriso carico di sollievo. “Non ci metterò molto. Spero che il guaritore mi permetterà di portare entrambe le sorelle nelle mie stanze.”

“Fai con calma. Noi staremo benissimo, vero, Taylor?” chiese Saber.

Fissò al di là delle spalle di Hunter. Il suo sguardo intenso incrociò quello sospettoso di Taylor, che lo stava guardando con allarme crescente. Saber si sciolse le spalle e piegò il collo da un lato all’altro, godendosi lo scricchiolio che rilasciò la tensione dentro di lui.

“Tienila al sicuro, Saber,” disse infine Hunter, rompendo il silenzio che andava prolungandosi. “Sua sorella è la mia Amate. Questo significa che Taylor e Jordan sono sotto la mia protezione.”

“So cosa significa, Hunter,” ringhiò Saber, senza distogliere lo sguardo da Taylor. “Prometto che non avrà nemmeno un livido.”

Hunter annuì, lanciando un’ultima occhiata a Taylor prima di girare con riluttanza attorno al tavolo nella mensa quasi deserta. Saber doveva riconoscere a Taylor che lei non gridò fino a quando Hunter non uscì dalla stanza. Tuttavia, avrebbe dovuto sapere che non sarebbe stato facile agguantarla.

* * *

Shewta, è svelta e sfuggente e… pensò Saber, togliendosi dal viso la melma alimentare biancastra, creativa quando si tratta di scappare.

“Sono davvero ansioso di mettere le mani attorno al suo piccolo collo,” borbottò sottovoce mentre diversi guerrieri ridacchiavano dal loro punto di osservazione sicuro attorno a un tavolo d’angolo. “Taylor, scendi subito da lì!” ordinò, guardando la sommità degli armadietti appoggiati alla parete opposta.

“Perché non provi a costringermi, razza di… razza di imbecille!” esclamò l’umana. “Ho una scodella di…” Lanciò un’occhiata accigliata alla mistura arancione. “Di melma arancione e non ho paura di usarla.”

Saber si levò un pezzetto di cibo verdastro dalla spalla sinistra mentre si incamminava verso gli armadietti metallici. In quel momento, aveva addosso praticamente tutti gli altri colori degli alimenti serviti nella mensa. Perché non aggiungere l’ultimo? Tanto, avrebbe dovuto comunque recarsi a un’unità di pulizia.

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